Analisi delle normative relative alla presenza di animali domestici in condominio, tra libertà individuali e regolamenti condominiali
La convivenza tra esseri umani e animali domestici è ormai una realtà quotidiana per milioni di italiani. Secondo le stime più recenti, circa una famiglia su due possiede almeno un animale da compagnia. Di conseguenza, non sorprende che la gestione della presenza di animali nei condomini sia diventata una delle tematiche più discusse in ambito giuridico e abitativo.
Cosa dice la legge?
Il punto di riferimento principale è l’art. 1138 del Codice Civile, modificato dalla legge n. 220/2012 (la cosiddetta “Riforma del condominio”), che stabilisce espressamente che «le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici». In altre parole, nessun regolamento condominiale può vietare, in linea generale, la presenza di animali domestici nelle abitazioni private.
Tuttavia, è importante distinguere tra regolamenti assembleari (approvati a maggioranza) e regolamenti contrattuali (allegati all’atto di acquisto e accettati da tutti i condomini): solo questi ultimi, teoricamente, possono contenere clausole più restrittive, anche se la loro validità resta controversa alla luce della tutela legislativa crescente nei confronti degli animali d’affezione.
Libertà individuale e limiti condominiali
Il diritto a tenere un animale in casa è, quindi, garantito. Tuttavia, questo diritto non è assoluto e deve conciliarsi con i diritti degli altri condomini, nel rispetto della regola aurea della civile convivenza.
Il principio cardine è che l’animale non deve causare molestie o danni. Tra le situazioni più frequenti che generano conflitti in condominio vi sono:
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Abbaiare continuo o miagolii notturni;
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Odori sgradevoli provenienti dall’abitazione o dalle aree comuni;
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Sporcizia lasciata negli spazi condominiali;
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Comportamenti aggressivi o non controllati da parte dell’animale.
In tutti questi casi, l’assemblea condominiale può intervenire adottando delibere che regolano l’utilizzo delle aree comuni (giardini, androni, ascensori) per cercare un equilibrio tra libertà e rispetto reciproco. Tuttavia, non può mai imporre divieti assoluti.
Aree comuni e uso condiviso
Uno dei nodi più delicati riguarda l’utilizzo delle aree comuni da parte degli animali domestici. Anche se il condominio non può impedire il semplice passaggio dell’animale (ad esempio nell’ascensore o sulle scale), può stabilire regole comportamentali per tutelare l’igiene e la sicurezza. Alcuni esempi:
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Obbligo di guinzaglio e museruola nei cani di grossa taglia o appartenenti a razze potenzialmente pericolose;
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Obbligo di pulizia immediata in caso di deiezioni;
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Divieto di permanenza prolungata nelle aree comuni non destinate a tale scopo.
Le regole devono però essere proporzionate, motivate e non discriminatorie. Una delibera che, ad esempio, vieti l’ingresso ai cani in ascensore tout court potrebbe essere impugnata per violazione della normativa vigente.
Contenziosi e possibili soluzioni legali
In presenza di conflitti tra condomini, la strada del dialogo dovrebbe essere sempre la prima opzione. Tuttavia, quando il dissidio diventa insanabile, si può:
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Presentare reclamo all’amministratore affinché richiami formalmente il condomino responsabile;
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Avviare una mediazione civile obbligatoria, prevista per le controversie condominiali;
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Ricorrere al giudice civile, per accertare eventuali responsabilità (in caso di danni, rumori molesti, mancato rispetto del regolamento).
Inoltre, l’art. 2052 del Codice Civile stabilisce che il proprietario dell’animale è sempre responsabile dei danni provocati dall’animale, anche se questo sfugge momentaneamente al suo controllo. La responsabilità è quindi oggettiva e prescinde dalla colpa.
Il legislatore ha riconosciuto con chiarezza il diritto dei cittadini a vivere con i propri animali domestici, anche in ambito condominiale. Tuttavia, come in ogni ambito della convivenza civile, questo diritto deve essere esercitato con responsabilità, nel rispetto delle esigenze degli altri condomini.
Per chi vive in condominio, è fondamentale conoscere non solo i propri diritti ma anche i propri doveri. E per le amministrazioni condominiali, diventa sempre più importante aggiornare i regolamenti interni in modo coerente con il quadro normativo vigente, evitando norme discriminatorie o illegittime.
Affidarsi a un avvocato esperto in diritto condominiale può fare la differenza, soprattutto nei casi in cui la mediazione tra le parti sembra impossibile. La presenza di un animale domestico non deve mai essere motivo di conflitto, ma un’occasione per promuovere una convivenza più consapevole, rispettosa e umana.
Disclaimer:
Le informazioni contenute in questo articolo hanno carattere generale e divulgativo. Non costituiscono consulenza legale e non possono sostituire il parere di un professionista. Per situazioni specifiche, ti invitiamo a contattare lo Studio Legale Giordano per una consulenza personalizzata.