Il tema delle successioni internazionali è diventato sempre più centrale negli ultimi anni, complice la crescente mobilità delle persone e la diffusione dei patrimoni oltre i confini nazionali. Accade spesso che un soggetto possieda beni in più Stati oppure che, pur essendo cittadino italiano, abbia residenza o legami con Paesi stranieri. In questi casi la gestione dell’eredità non è sempre lineare, poiché entrano in gioco normative diverse e, talvolta, contrastanti. Capire come funzionano le successioni internazionali e quali strumenti legali sono a disposizione può evitare conflitti familiari, ritardi e spese aggiuntive.
La normativa europea e il regolamento successioni
Un riferimento fondamentale è il Regolamento (UE) n. 650/2012, conosciuto come Regolamento Successioni, in vigore dal 2015. Questo regolamento si applica alle successioni con carattere transnazionale e riguarda i cittadini dell’Unione Europea, con alcune eccezioni. La regola principale introdotta è che la legge applicabile alla successione è quella dello Stato in cui il defunto aveva la residenza abituale al momento della morte. Ciò significa, ad esempio, che un cittadino italiano residente stabilmente in Francia vedrà applicata la legge francese alla propria successione, salvo che non abbia scelto diversamente attraverso una specifica disposizione. Il regolamento introduce anche la possibilità di optare per la legge nazionale del defunto come legge regolatrice della successione, offrendo così un margine di autodeterminazione molto utile.
Il certificato successorio europeo
Un ulteriore strumento introdotto dal regolamento è il certificato successorio europeo, che permette agli eredi, ai legatari o agli esecutori testamentari di far valere i propri diritti in diversi Stati membri senza dover avviare procedure parallele. Questo documento viene rilasciato dall’autorità competente e consente di dimostrare la qualità di erede o la titolarità di un bene ereditario in un altro Paese dell’Unione. È uno strumento pratico che riduce tempi e incertezze, ma non sostituisce gli atti nazionali previsti per il trasferimento della proprietà.
Il problema della pluralità di leggi
Nonostante i progressi compiuti con la normativa europea, le successioni internazionali restano un campo complesso. Non tutti i Paesi hanno aderito al regolamento: ad esempio Regno Unito, Irlanda e Danimarca ne sono esclusi. In questi casi bisogna applicare le regole di diritto internazionale privato del singolo Stato, il che può comportare conflitti normativi. Inoltre, se nel patrimonio sono presenti beni immobili situati in Paesi extraeuropei, come Stati Uniti o Svizzera, la questione diventa ancora più articolata. In tali circostanze spesso si verifica la cosiddetta “scissione della successione”: gli immobili sono regolati dalla legge del luogo in cui si trovano, mentre per i beni mobili si applica un’altra normativa.
Testamento e pianificazione preventiva
Per evitare problemi, la redazione di un testamento che tenga conto della dimensione internazionale è una scelta prudente. Attraverso il testamento è possibile indicare la legge applicabile alla successione, nei limiti consentiti dal regolamento europeo. Ad esempio, un cittadino italiano che vive in Germania può disporre che la sua successione sia regolata dalla legge italiana, anche se la residenza abituale è all’estero. In questo modo si evitano conflitti tra normative e si garantisce maggiore certezza agli eredi. È comunque fondamentale che il testamento sia valido non solo nello Stato in cui viene redatto, ma anche negli altri Paesi in cui si trovano i beni.
Le imposte di successione all’estero
Un altro aspetto cruciale riguarda la fiscalità. Ogni Paese stabilisce in modo autonomo le proprie regole sulle imposte di successione. Può accadere che gli eredi debbano pagare imposte sia nello Stato in cui il defunto risiedeva, sia in quello in cui sono situati i beni. Per ridurre la doppia imposizione, molti Stati hanno stipulato convenzioni bilaterali. L’Italia, ad esempio, ha accordi con alcuni Paesi che consentono di compensare le imposte già versate all’estero. Tuttavia, la pianificazione fiscale richiede attenzione e competenze specifiche, perché errori o omissioni possono generare costi elevati.
Il ruolo degli avvocati e dei notai
La gestione di una successione internazionale non può prescindere dal supporto di professionisti specializzati. Avvocati esperti in diritto internazionale privato e notai con competenze transnazionali possono guidare gli eredi nell’individuare la legge applicabile, predisporre la documentazione necessaria e interfacciarsi con le autorità estere. Questo è particolarmente importante quando vi sono beni immobili situati in Paesi con procedure notarili o catastali differenti rispetto a quelle italiane. Senza un’adeguata assistenza, il rischio è quello di ritardi, contestazioni tra eredi e difficoltà nel trasferimento effettivo dei beni.
La tutela degli eredi legittimari
Un punto delicato riguarda la tutela degli eredi legittimari, cioè coloro che hanno diritto per legge a una quota di eredità (come i figli e il coniuge). Non tutti i Paesi prevedono questo istituto: in alcuni ordinamenti vige una libertà testamentaria quasi assoluta. Di conseguenza, se la successione è regolata da una legge straniera che non tutela i legittimari, potrebbero sorgere conflitti con la tradizione giuridica italiana. Anche in questo caso, la scelta preventiva della legge applicabile nel testamento può evitare spiacevoli sorprese.
Le successioni internazionali richiedono una preparazione accurata e non possono essere lasciate al caso. La residenza all’estero, la presenza di immobili in più Paesi, le diverse normative fiscali e i diritti degli eredi legittimari sono solo alcuni degli elementi che rendono complessa la materia. Pianificare con anticipo, ricorrere a un testamento valido e affidarsi a professionisti esperti rappresentano i passi fondamentali per garantire che il passaggio generazionale dei beni avvenga senza conflitti e nel pieno rispetto delle leggi.