Negli ultimi anni la mediazione civile e commerciale ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel panorama giuridico italiano, diventando in molti casi una condizione necessaria prima di intraprendere un giudizio vero e proprio. Con la cosiddetta “mediazione obbligatoria” il legislatore ha introdotto uno strumento che mira a ridurre il numero di cause civili, incentivando le parti a trovare un accordo rapido, meno oneroso e più soddisfacente rispetto a una sentenza pronunciata dopo anni di contenzioso. Ma cos’è davvero la mediazione obbligatoria? In quali casi si applica e quali sono i vantaggi concreti per chi si trova coinvolto in una lite?
Che cos’è la mediazione obbligatoria
La mediazione è un procedimento stragiudiziale attraverso cui le parti in conflitto si incontrano con l’assistenza di un mediatore, cioè un professionista imparziale e terzo, con l’obiettivo di individuare una soluzione condivisa. A differenza del giudice, il mediatore non impone decisioni, ma aiuta le parti a comunicare, chiarire le rispettive posizioni e valutare compromessi utili a chiudere la controversia.
Quando si parla di mediazione obbligatoria ci si riferisce a quelle materie in cui il ricorso alla mediazione rappresenta una condizione di procedibilità della causa. In altre parole, senza aver esperito il tentativo di mediazione, non è possibile avviare un giudizio in tribunale: il giudice dichiarerebbe il procedimento improcedibile.
Le materie in cui la mediazione è obbligatoria
La normativa (D.Lgs. 28/2010 e successive modifiche) ha individuato una serie di ambiti in cui la mediazione è condizione necessaria. Tra questi vi sono:
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Condominio
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Diritti reali (come proprietà, usufrutto, servitù, uso e abitazione)
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Divisione di beni
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Successioni ereditarie
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Patti di famiglia
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Locazione, comodato, affitto di aziende
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Risarcimento danni derivanti da responsabilità medica e sanitaria
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Risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di pubblicità
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Contratti assicurativi, bancari e finanziari
Per queste materie, chi intende citare in giudizio la controparte deve prima rivolgersi a un organismo di mediazione accreditato e avviare il procedimento. Solo dopo aver partecipato almeno al primo incontro di mediazione, e in caso di mancato accordo, si potrà depositare la causa.
Come funziona il procedimento di mediazione
Il procedimento si avvia con una domanda presentata presso un organismo di mediazione. L’organismo fissa quindi un primo incontro entro 30 giorni dalla presentazione dell’istanza. Durante l’incontro, il mediatore spiega alle parti il funzionamento della procedura e verifica la disponibilità a proseguire.
Se le parti decidono di tentare un accordo, il procedimento entra nel vivo: il mediatore ascolta le ragioni di ciascuno, favorisce la comunicazione e propone possibili soluzioni conciliative. Se invece una delle parti non intende aderire, il procedimento si chiude con un verbale negativo che consente a chi lo ha promosso di proseguire con l’azione giudiziaria.
È importante sottolineare che, anche se il tentativo fallisce, aver partecipato alla mediazione consente di adempiere all’obbligo di legge e quindi di procedere in tribunale.
I vantaggi della mediazione
I benefici della mediazione obbligatoria sono molteplici. In primo luogo, i tempi: mentre una causa civile può durare anni, una mediazione può concludersi in pochi mesi, se non addirittura in poche settimane. Inoltre, i costi sono decisamente inferiori rispetto a quelli di un giudizio ordinario.
Un altro vantaggio è la riservatezza: le dichiarazioni rese in mediazione non possono essere utilizzate in un eventuale processo successivo, il che consente alle parti di parlare con maggiore libertà. Infine, la mediazione lascia spazio alla creatività e alla flessibilità: le soluzioni concordate possono andare oltre ciò che un giudice potrebbe ordinare, garantendo un risultato più vicino alle reali esigenze dei soggetti coinvolti.
Cosa succede se una parte non si presenta
La legge prevede conseguenze specifiche nel caso in cui una delle parti non partecipi al primo incontro senza giustificato motivo. Il giudice, se successivamente adito, può tenerne conto nella decisione finale e condannare la parte assente al pagamento di una somma corrispondente al contributo unificato. Questo meccanismo ha lo scopo di scoraggiare comportamenti dilatori o poco collaborativi.
Il ruolo dell’avvocato nella mediazione obbligatoria
La mediazione non è un percorso da affrontare da soli. La legge prevede infatti che le parti siano assistite da un avvocato. Il legale non solo tutela i diritti del proprio cliente, ma lo aiuta a valutare l’opportunità di un accordo, a comprendere le conseguenze giuridiche delle proposte e, se necessario, a redigere gli atti per rendere esecutivo l’accordo raggiunto. La presenza di un avvocato consente quindi di affrontare il procedimento con maggiore consapevolezza e sicurezza.
La mediazione obbligatoria rappresenta uno strumento moderno ed efficace per alleggerire i tribunali e favorire soluzioni rapide e condivise. Non sempre conduce a un accordo, ma anche quando fallisce consente comunque di accedere alla giustizia ordinaria. Nei casi in cui funziona, invece, permette di risparmiare tempo, denaro e soprattutto di ridurre la conflittualità, raggiungendo risultati più soddisfacenti per tutte le parti.
Per chi si trova coinvolto in una delle materie previste dalla legge, affrontare la mediazione con il supporto di un avvocato esperto significa avere una guida sicura in un percorso che può trasformare un conflitto in un accordo vantaggioso.