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Quando una persona viene a mancare senza aver lasciato disposizioni testamentarie, l’eredità non rimane senza regole. In questi casi si applica la cosiddetta “successione legittima”, disciplinata dal Codice Civile, che stabilisce con precisione quali siano gli eredi e in quali quote ereditarie subentrino. Si tratta di un meccanismo automatico che assicura continuità patrimoniale e tutela i familiari più prossimi del defunto, seguendo criteri di vicinanza parentale.

Cos’è la successione legittima
La successione legittima interviene quando il defunto (il de cuius) non ha predisposto un testamento, oppure quando il testamento è nullo o inefficace, oppure ancora quando riguarda solo una parte dei beni. In questi casi, è la legge a dettare le regole, individuando gli eredi legittimi e le relative quote.

Il principio fondamentale è che l’eredità si devolve ai parenti più stretti, secondo un ordine di chiamata che privilegia coniuge e discendenti, per poi allargarsi progressivamente a parenti più lontani.

L’ordine degli eredi nella successione legittima
Il Codice Civile stabilisce un preciso ordine di successione:

  • Coniuge e figli: se vi sono figli, questi dividono l’eredità con il coniuge superstite. In presenza di un solo figlio, l’eredità viene divisa a metà; con due o più figli, al coniuge spetta un terzo e i restanti due terzi vengono divisi in parti uguali tra i figli.

  • Solo coniuge: in assenza di figli, al coniuge spetta l’intera eredità.

  • Solo figli: se non c’è il coniuge, l’intera eredità spetta ai figli, in parti uguali.

  • Ascendenti e fratelli: se mancano coniuge e figli, subentrano i genitori o, in mancanza, i fratelli e le sorelle del defunto.

  • Altri parenti: in assenza dei soggetti già citati, l’eredità viene devoluta ai parenti fino al sesto grado.

  • Lo Stato: se non vi sono eredi entro il sesto grado, l’eredità si devolve allo Stato, che la acquisisce senza possibilità di rinuncia.

Quote ereditarie in casi particolari
La legge prevede regole specifiche per alcune situazioni particolari. Se, ad esempio, concorrono il coniuge e i genitori del defunto (ma non ci sono figli), al coniuge spettano due terzi e agli ascendenti un terzo. In caso di concorso tra coniuge e fratelli, al coniuge spettano due terzi e ai fratelli un terzo.

Inoltre, ai figli naturali spetta lo stesso trattamento dei figli legittimi, in attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.

I diritti del coniuge superstite
Il coniuge superstite gode di una tutela particolare. Oltre alla quota ereditaria, conserva alcuni diritti che non spettano ad altri eredi, come il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la arredano. Questa protezione mira a garantire continuità e sicurezza al coniuge rimasto in vita.

La posizione dei conviventi
Diverso è il discorso per i conviventi di fatto, che non rientrano tra gli eredi legittimi. Salvo testamento, il convivente non ha diritto ad alcuna quota ereditaria. Negli ultimi anni il legislatore ha introdotto tutele specifiche per le unioni civili, ma per la convivenza semplice la protezione rimane limitata. Ciò rende ancora più importante pianificare una successione con strumenti adeguati, se si intende tutelare il partner convivente.

La rappresentazione ereditaria
Un principio rilevante nella successione legittima è quello della rappresentazione. Se un figlio del defunto muore prima di lui, i suoi discendenti subentrano nel diritto alla quota ereditaria che sarebbe spettata al loro genitore. Lo stesso avviene se mancano fratelli o sorelle, con subentro dei nipoti.

Accettazione e rinuncia all’eredità
Anche nella successione legittima, chi viene chiamato all’eredità ha la possibilità di accettarla o rinunciarvi. L’accettazione può essere pura e semplice o con beneficio di inventario, quest’ultima utile per separare il patrimonio del defunto da quello dell’erede ed evitare che i debiti superino l’attivo ereditario. La rinuncia, invece, comporta che la quota venga devoluta agli altri eredi secondo le regole di legge.

Il ruolo della pianificazione successoria
La successione legittima garantisce una distribuzione automatica dei beni, ma non sempre risponde alle effettive volontà del defunto. Per questo, la pianificazione successoria tramite testamento rimane lo strumento migliore per assicurare che i beni vengano destinati secondo precise scelte personali, soprattutto in presenza di conviventi, di patrimoni complessi o di rapporti familiari delicati.

La successione legittima rappresenta un meccanismo fondamentale del nostro ordinamento, che assicura la trasmissione dei beni anche in assenza di disposizioni testamentarie. Garantisce la tutela dei familiari più stretti e assicura stabilità giuridica, ma presenta limiti per chi desidera destinare il proprio patrimonio in modo personalizzato.

Affidarsi a un avvocato esperto in diritto successorio consente non solo di chiarire i propri diritti in caso di apertura di una successione legittima, ma anche di valutare l’opportunità di predisporre strumenti alternativi, come il testamento, per garantire una gestione più aderente alle volontà personali e alle esigenze della propria famiglia.